Quel gesto di Osimhen che sa (finalmente) di crescita
Di solito si dice che la prima volta non la scordi mai. Dicono che i primi tempi sono i più caldi, i più importanti e - per l'appunto - indimenticabili. Le prime volte di Victor Osimhen in Italia, invece, sono esattamente l'opposto. Ogni episodio di questa maledetta stagione d'esordio in Serie A andrebbe cancellato dalla memoria quanto prima, perché a partire dal mese di novembre la sfortuna non ha lasciato un attimo in pace il centravanti nigeriano. Prima l'infortunio alla spalla, poi i conseguenti dolori al braccio. Con l'anno nuovo il Covid-19 e, al rientro in campo, un altro brutto scontro con Romero in Atalanta-Napoli che l'ha mandato in ospedale e gli ha fatto perdere dell'altro tempo prezioso.
CRESCITA IN CAMPO - Dopo l'ennesimo episodio negativo della sua prima stagione in Italia, Victor ha saltato altre due partite, tornando definitivamente a disposizione ad inizio marzo, guarda caso contro il Bologna, la squadra contro cui all'andata aveva segnato il suo ultimo gol in azzurro. Ed è proprio coi rossoblù che s'è cominciata a vedere un'importante crescita in campo. Subito un bel gol, il primo della sua seconda vita napoletana. Bissato due gare dopo, contro il Crotone. Poi, mercoledì con la Juventus, il rigore conquistato nel duello con Chiellini. Ed è proprio in questo tete-a-tete che si è palesato un miglioramento anche dal punto di vista psicologico.
TROPPO NERVOSISMO - Contro Milan e Roma, a metà marzo, Osimhen era stato tradito dal suo nervosismo. Evidentemente i troppi problemi di quest'annata hanno cominciato a pesare anche nella testa, perché più di una volta il centravanti africano si era mostrato esageratamente irritato, oltremodo suscettibile. Facendo a sportellate con i difensori avversari, i duri colpi rifilatigli avevano scatenato la sua rabbia e la cosa non era andato molto a genio a Gattuso.
IN TESTA - A Torino, invece, ci sono stati una serie di gesti che certificano una crescita mentale. Più di una volta è stato preso con maniere brusche da Chiellini, eppure non ha mai reagito. Nessuno gli ha tolto il sorriso. Dopo il corpo a corpo ha interagito col rivale, quasi gradendo lo scontro e caricato dalla difficoltà della partita. Spesso ha invitato i compagni a non mollare, a spingere ancora. Ha provato a caricarsi la squadra sulle spalle. Ha mostrato, finalmente, l'atteggiamento giusto. Ed è anche per questo che adesso è un serio candidato ad una maglia da titolare con la Sampdoria.
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