Da Zero a Dieci: il panico su DAZN, la grande minaccia VAR, i deliri di Guidolin ed il gol di testa di Fabiàn
(di Arturo Minervini) - Zero a questo uso discriminatorio del Var. Praticamente azzerato nel corso delle giornate precedenti, con casi totalmente ignorati come quello di Pjanic col Parma che gridano ancora vendetta, e tornato in funzione solo per provare a rovinare la gara del Napoli. Inquietante la richiesta del Var per l’intervento duro di Milik, ma non certo col piede a martello. Angosciante l’infinita attesa per andare a ricercare non si sa bene cosa sul rigore conquistato da Callejon. Qualcuno dovrebbe fornirci una guida, un manuale di istruzioni perché in questo modo ci sembra tutto una gigantesca buffonata, un’arma troppo potente in mano agli arbitri che possono usarla a loro piacimento. Ci avete preso per dei coglioni? (Cit.)
Uno a chi è riuscito a distruggere l’unicità dell’attimo: Dazn, smentisce Vasco Rossi e la regola che la vita è un brivido che vola via. Con Dazn un istante puoi riviverlo tante volte. Prima con il tuo vicino che urla, poi con la notifica sul cellulare ed infine, ma solo per pochi eletti, davanti alla tv. Una proiezione di infinite possibilità che volteggiano nella dimensione spazio-tempo, un apostrofo nero tra le parole #mannaggtuttcos e #speriamocheivicinistannoguardandotusiquevales. Fluttuanti come entità perse nell’etere, i tifosi del Napoli sperano nella santa connessione e nel silenzio del condominio. Permettetemi qui un pensiero Poetico: “S'arrangiano i pezzenti, s'arrangiano i borghesi, s'arrangiano i marchesi, cercann' di esulta’. Ma ci sarà per Napoli un'altra via di uscita, ma se po' fa sta' vita, soltanto pe' guardà?”
Due cambi illuminati dalla divina grazia. Fabian ci impiega 10’, Rog appena 1’ per trasformare una sostituzione in un gol. Inizio e fine di una gara ancora una volta letta da Carlo Ancelotti come un uomo venuto dal futuro, abile ad anticipare gli eventi ed ancor più bravo nel modificare lo spartito dinanzi agli imprevisti che nemmeno in una partita a ‘Monopoli’. Uno stato di illuminazione che ricorda quello di Jim Carrey in ‘Una settimana da Dio’, con il tecnico azzurro che sta indovinando ogni mossa e dando profondità inattesa a questo organico. Potessero organizzare un Remake della famosa scena di San Gennaro, Troisi e Lello Arena potrebbero recarsi da Ancelotti per chiedere i due numeri fortunati. “Una settimana si ed una no, non tutte le settimane”
Tre reti che hanno trafitto come banderillas il cuore di Francesco Guidolin, apparso quasi disorientato come un toro al termine della Corrida nelle battute finali. Fofana spoglia Zielinski ma per il buon Francesco non c’è fallo. Assegnato penalty al Napoli “Braccio largo però non è volontario sul rigore, io non lo darei”. De Paul fa un gran cross per Lasagna: “Vale il prezzo del biglietto”. Quindi il gol di Fabian vale il prezzo dell’abbonamento? Troppo sbilanciata la cronaca di una persona onesta, ma in palese conflitto sentimentale con in campo ‘la sua Udinese’. Tormentato tra cuore e ragione, sceglie spesso il primo, come è giusto che sia. L’errore è averlo messo in quella condizione di cavalleria errante, in tutti i sensi. Sarebbe come invitare Mick Jagger ad un tributo sui Beatles e chiedergli se hanno avuto una carriera più brillante dei Rolling Stones.
Quattro punti dalla Juve. Dalla Juve dipinta da molti come la più forte di sempre. Soffrendo, magari sbagliando più del dovuto. Eppure il risultato dice 3-0. Eppure questo Napoli con un calendario assurdo è a soli 4 punti dai bianconeri. Eppure non c'era Insigne, ma in questa squadra tutti segnano. Tutti sono importanti. Eppure questo Napoli lo avevano dato per finito, smantellato come un concerto rimasto senza musicisti. Eppure è la parola chiave di questo avvio di stagione. Eppure vince. Eppure a tratti domina. Eppure trova sempre risorse nuove. Eppure c’è qualcuno che ancora parla.
Cinque minuti per ricordare un dogma: Non avrai altro Rog all’infuori di Marko, vero giocatore di culto. Una di quelle leggende metropolitane di cui avevi sempre sentito parlare, che avevi sempre sperato fosse vera, ma non riuscivi mai a vederla nella realtà, Poi appare come un lampo nella notte e scopri che c’è talento, scaltrezza, intuito e cattiveria in questo classe ’95 che aveva solo bisogno di spazio e fiducia. Innamoratevi di Marko Rog. Non è possibili giudicarlo, è come il sesso degli angeli. O ci si crede o non ci si crede.
Sei zero il minuto, ovvero 60’. Lasagna è in area, crede di poter tirare verso la porta di Karnezis. La sua convinzione, però, non tiene in considerazione il fattore KK. La montagna che oscura la vallata, lo Yin e lo Yang nella stessa persona, il giorno che si tramuta in notte per l’avversario, la notte che si tramuta in giorno per la difesa del Napoli. Mentre Kevin è pronto a tirare, arriva il muro di Kalidou che omaggia le imprese mondiali di Paola Egonu, rispedendo al mittente ogni velleità. Dovrebbe pagare allo Stato una tassa sulla seconda casa, perché in campo copre più o meno le dimensioni di un villino in campagna. Sempre più dominante. Sempre più consapevolmente dominante.
Sette vittorie in campionato. È una squadra che ha la vittoria nel dna, è geneticamente indotta a ricercarla. Ancelotti è innesto nel tessuto cellulare che aumenta ancor di più questa tendenza, ne valorizza aspetti sopiti e fa percorrere nuove strade per il raggiungimento della stessa. Malcuit conferma di essere variabile impazzita sulla corsia, diversità che si innesta alla perfezione nelle esigenze sulla corsia. Milik fatica con pochi rifornimenti, ma guai a trasformarlo in un problema. Ecco l’errore da non commettere: ricercare demoni dove non esistono. In questo piano superiore ognuno ha un compito da assolvere. Un solo fiocco di neve può piegare la foglia di bambù, immaginate cosa possono fare tanti fiocchi.
Otto giorni, il tempo che passa, balle di fieno che rotolano nel deserto. Sembrava la scena di un b-movies quella che ha preceduto il rigore calciato da Mertens. Mariani col labiale si giustifica ‘Non è semplice’ mentre trascorrono secondi interminabili. Si potrebbe perdere la pazienza e la lucidità, ma Dries resta vigile e spiazza Scuffet. Dalla Curva si alza il coro ‘Ciro, Ciro, Ciro!” lui ringrazia. C’era uno scugnizzo da ritrovare, riportare a casa con le vecchie convinzioni. Napoli ha bisogno di Mertens. Mertens ha bisogno di Napoli. Uno scambio di necessità che può solo portare nuove cose belle. The next best Ciro.
Nove alla compattezza. Allo sguardo vigile di un capitano come Callejon, vessillo più che meritato da un cavaliere senza paura e senza macchia. Al sopracciglio che si inarca di Carletto quando c’è qualche errore di troppo. Alla duttilità di Hysaj, che tutti lo massacrano ma alla fine lo sposti a destra e a sinistra a piacimento ed il risultato non è quasi mai malaccio. Alla voglia di rincorrere ogni cosa di Allan, anche a rischio di perdere un pizzico di lucidità. Alle parate sporche di Karnezis, che si ritrova titolare nella sua Udine e non pensate che sia un caso. Elementi funzionali ad un progetto che vede in Ancelotti un organizzatore sempre più a suo agio, muro portante di una struttura di chi è anche meraviglioso architetto. Datemi un Carletto e solleverò l’umore di ogni singolo elemento della rosa.
Dieci al gol di testa di Fabiàn. Non col sinistro, che sarebbe il suo piede, non col destro che non lo sarebbe ma solo in teoria. Quello è un gol che nasce dalla convinzione di poterlo segnare, da quella testa che si alza e scruta l’orizzonte che diventa distesa dove spiegare la propria meravigliosa creatura. La schiena che si inarca, il piede messo nel modo giusto che ti fa urlare gol prima che il tiro parta. Recupero del pallone, dribbling, tiro a giro all’incrocio nello spazi di un battuto di ali di un colibrì: uno spot pubblicitario confezionato al momento di un prodottino che è destinato a far impennare il suo valore. Ha cambiato più posizioni in campo che Scilipoti in Parlamento, ma non ha mai deluso giocando a sinistra, a destra, in mezzo, sulle scale, nel prato di casa, sul Vesuvio, vendendo borghetti sugli spalti. Sa fare tutto, sa farlo dovunque, lo sa fare meglio di tanti altri. Ora chiamate George Clooney, fategli preparare un caffè in capsula e fategli pronunciare la frase che chiude il discorso: “Fabiàn, what else?”
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