Buongiorno e quella clausola da 70 milioni che per il Napoli sarebbe un affare clamoroso

Buongiorno e quella clausola da 70 milioni che per il Napoli sarebbe un affare clamoroso TuttoNapoli.net
martedì 9 luglio 2024, 17:17Copertina
di Arturo Minervini
Il Napoli non cede mai i suoi pezzi migliori, se questi dimostrano di voler restare a Napoli

Sono i giorni del Buongiorno, di Alessandro. Il centrale del Torino, che ieri ha salutato i suoi vecchi tifosi e pure qualche razzistello infastidito dalla presenza dei napoletani, è ormai prossimo alla firma del suo nuovo contratto col Napoli. Un contratto, che dovrebbe prevedere anche una clausola rescissoria attivabile tra tre anni (la stessa durata del contratto di Conte), ad una cifra fissata sui 70 milioni di euro.

Per il Napoli, solo un vantaggio ed il motivo è molto semplice. Dovesse Buongiorno, in questo triennio napoletano, dimostrare di valere circa il doppio della cifra che De Laurentiis verserà nelle casse di Cairo, vorrà dire che è stato acquistato un centrale di primissimo livello mondiale. In questi casi, c’è un elemento che troppe volte viene dimenticato: le clausole sono attivabili se c’è la volontà del calciatore di andar via. Così come era accaduto, giusto per citare l’esempio più celebre, con Gonzalo Higuain e la Juventus. 

Il Napoli non cede mai i suoi pezzi migliori, se questi dimostrano di voler restare a Napoli. La storia dell’era De Laurentiis lo racconta: per Koulibaly, fino a quando Kalidou aveva manifestato la voglia di rimanere in azzurro, erano state respinte offerte da 110 milioni ai tempi del massimo splendore del difensore senegalese. Stesso discorso potrà essere applicato per il rinnovo di Kvaratskhelia: se il georgiano, che già questa estate ha manifestato qualche mal di pancia per le offerte arrivate da Parigi, si fissi pure una clausola molto alta per fargli firmare il rinnovo. Poi, la scelta, sarà del calciatore. Vale per Kvara, varrà per Buongiorno e per chiunque altro, Conte nel giorno del suo insediamento è stato chiaro: “Napoli deve diventare una meta, non un club di passaggio”.