ESCLUSIVA – Caffè al Napoli Club Sarri: “Maurizio? Un pazzo! Ha una maschera e non lo freghi mai, ma è allenatore vero”
L’Antico Caffè Greco è un museo azzurro dove i poster reclamano più spazio e l’accento toscano si confonde con la fede partenopea dei proprietari. Agostino e Carmine Iaiunese, nati e cresciuti a Figline Valdarno, in provincia di Firenze, si dicono “napoletani sfegatati nel midollo sin da piccoli” perché nati da genitori originari di Caserta. L’Antico Caffè Greco è il luogo dove vive – ufficialmente dal 24 dicembre – il “Napoli Club Maurizio Sarri”, nato a fine settembre, partorito dopo un incrocio di casualità, coincidenze e destino. Da una parte la fede azzurra, dall’altra l’amicizia con Sarri, conosciuto per caso sui campi di calcio: “Allenava mio zio a Capriglia” spiega Agostino, “e poi era anche amico stretto di un altro mio zio. Ero piccolo, guardavo i suoi allenamenti e già capivo chi fosse”. Una persona speciale perché semplice: “Sarri è un allenatore vero. Non chiacchiera a vanvera, non si monta la testa. È fissato col calcio e basta. Non è mai cambiato, neppure ora che allena il Napoli in Serie A. È una persona umile, come il suo babbo, come la sua famiglia. Persone eccezionali”.
RITORNO A CASA - All’ingresso, sulla destra, la parete è tappezzata da quadri: c’è la maglia rossa della stagione 2008-09, la “22” di Lavezzi ed anche una foto degli anni 2000 con Schwoch e, soprattutto, Anselmo Robbiati, presente – insieme a Bernini e Nenci, attuale preparatore dei portieri del Napoli – alla festa del 24 dicembre per l’inaugurazione del club: “Erano presenti oltre 600 persone – racconta Agostino -, tutti tifosi azzurri oppure amici d’infanzia di Maurizio. Sarri era circondato dalla gente ma sembrava un tifoso, non un vip. Ha sempre la risposta pronta, non lo freghi mai quando parli con lui. Ha una maschera, non riesci a capire cosa pensa. Anche alla festa era così. Aveva sempre la battuta pronta ma non si sbilanciava sulla stagione attuale, diceva solo che c’è bisogno di lavorare, sempre coi piedi per terra”.
SCARAMANZIA E SOUVENIR - Di sicuro, nonostante il passato da roccioso difensore, l’allenatore toscano è maestro nel dribblare il termine scudetto: “Ma non è l’unico”, spiega Agostino: “Ad un certo punto, durante l’inaugurazione, una ragazza gli ha nominato quella parola e tutta la sala ha iniziato a fischiare. Non bisogna pronunciarla mai”. Agostino mostra orgoglioso i “souvenir” ricevuti da Sarri: una maglia di Higuain e il pallone della vittoria di Bergamo, entrambi autografati da tutta la squadra. Nel bar c’è spazio anche per la storica “4” di Salvatore Bagni, per una gigantografia di Sarri in tuta, a due passi dal bancone del caffè (rigorosamente ristretto), e per una serie infinita di foto, maglie, trofei, volti storici che hanno scritto la storia azzurra. In passato Maradona, oggi Higuain, Hamsik, Insigne ma soprattutto Sarri: un allenatore, un amico e prim’ancora un cliente.
UN PAZZO TIFOSO AZZURRO - Per anni, prima di trasferirsi a Vaggio, ha abitato nel palazzo di sopra, a Via Guglielmo Oberdan, e ogni giorno era di passaggio nel bar di Agostino e Carmine: “Maurizio è sempre stato pazzo, agitato, nervoso. Fumava, fumava, fumava. Non c’era nulla che potesse calmarlo. È così, particolare ma allo stesso tempo speciale. È sempre positivo, ti trasmette tanta forza. Basta parlarci due minuti per capire che persona è”. Un umile lavoratore ma soprattutto un tifoso azzurro, da sempre. Leggere per credere: “Una volta, da ragazzino, andò a vedere il Napoli allo stadio Artemio Franchi. La Fiorentina vinse e lui si mise a piangere, così un gruppo di tifosi azzurri, vedendolo in lacrime, gli regalarono una sciarpa del Napoli. “Com’è possibile che un fiorentino tifa Napoli?” si domandavano. Erano stupiti, quasi nessuno tifava Napoli da queste parti. Lui sì”.
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