La Storia siete voi: Moreno Ferrario, la bestia nera dei bianconeri
"In tutta la mia carriera solo una volta mi sono lanciato in attacco e mi sembra sia andata abbastanza bene". Parole e musica di Moreno Ferrario, difensore di professione, rigorista per hobby, goleador per una sola volta.
Questa frase il nostro Moreno, nato a Lainate in provincia di Milano nel 1959, la disse il 9 Novembre del 1986, nel post partita di Juventus-Napoli terminata 3-1 per i partenopei.
Quello fu uno dei goal più pesanti della storia del calcio Napoli, quel goal diede la consapevolezza alla squadra e l'assoluta certezza ai tifosi, che quel campionato poteva essere vinto. La storia ci insegna che il presagio fu corretto.
Quella storica partita, che rimarrà l'ultima vittoria in terra bianconera prima di un digiuno che si stopperà solamente il 31 ottobre del 2009 quando un "Seppelliteci qui" di Raffaele Auriemma echeggiava in un Olimpico di Torino in festa, resterà indelebile per la capacità realizzativa di Ferrario e per l'abile orchestrare di Diego Armando Maradona che non segnò ma che fu assoluto protagonista di quell'epopea.
Quel goal Ferrario lo sentì particolarmente, sapeva di aver fatto qualcosa di grande ma ne aveva dovuti ingoiare di bocconi amari negli anni precedenti viste le critiche piovute dopo l'autogol contro il Perugia retrocesso nel campionato '81 che tagliò il Napoli fuori dai giochi per lo scudetto.
Questo fu Ferrario, raramente croce, quasi sempre delizia, di quello splendido scacchiere a tinte biancoazzurre che Bianchi riuscì a mettere insieme.
Ferrario giunse alle falde del Vesuvio a soli 18 anni dopo due anni splendidi in B con il Varese, resterà a Napoli per ben 11 anni, con oltre 300 presenze all'attivo in campionato prima di essere ceduto alla Roma.
È senza ombra di dubbio uno dei difensori più completi che la squadra napoletana abbia mai avuto tra le sue fila, uno di quei giocatori, quasi sempre legati alla nostra storia, che pur avendo un curriculum invidiabile, pur avendo un'abilità straordinaria, non ha mai vestito la maglia della nazionale italiana facendole perdere prestigio e credibilità. Le uniche maglie azzurre che vestirà Ferrario sono quelle dell'Under21, conquistata proprio con la maglia del Napoli in tenera età, e quella della sfortunata nazionale olimpica.
Dopo un peregrinare infruttuoso per l'Italia che non gli regalerà nessuna gioia iridata si ritirerà per intraprendere la carriera da allenatore, cosa che a dir la verità non gli è riuscita benissimo se vogliamo soprassedere al buon campionato con la Berretti del Varese. Attualmente fa parte dell'ottimo staff osservatori del Novara che ha portato in Piemonte gente come Bonicelli, Gonzalez e Alborno.
Ferrario resterà per sempre nei cuori degli appassionati perché chi ama non dimentica e sicuramente un milanese che ha dato tanto alla maglia di una squadra del Sud non finirà mai nel dimenticatoio. Grazie Ferrario!
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