La Storia siete voi - Il Principe azzurro Giorgio Ascarelli
Il primo agosto del 1926 è un giorno che i napoletani festeggiano come se fosse Natale perché da quel giorno parte la nostra storia, parte la storia del nostro personalissimo Cristianesimo e dobbiamo tutto ad un uomo in particolare, troppo presto dimenticato, troppe volte trascurato. Quest’uomo era Giorgio Ascarelli.
Ascarelli è stato il primo rivoluzionario della storia del calcio. A lui si deve il campionato a 18 squadre con l’apertura alle società del Sud, a lui si deve la costruzione del primo (ed unico) stadio di proprietà nella storia della S.S.C. Napoli che all’epoca era denominata ancora con il nome di Associazione Calcio Napoli, nome che rimarrà fino al 1964, quando ormai il presidente Ascarelli era passato a miglior vita da quasi 7 lustri.
Il Napoli come lo conosciamo oggi deriva da una società in particolare: la Naples Foot-Ball & Cricket Club di William Poths, un inglese che voleva far conoscere il Football ai campani. Dopo ottimi risultati, grazie all’equipaggio della nave inglese Arabik che componeva la squadra, la società si scisse in tante piccole rappresentative fino all’avvento di un giovanotto di origine ebraiche di nome Giorgio Ascarelli.
Il presidente riunì tutte le compagini sotto un’unica bandiera e fondò la rosa che nella sua prima partecipazione alla Serie A fece un pareggio e tutte sconfitte, il simbolo originale era uno splendido cavallo bianco rampante ma si narra che nei bar napoletani fosse molto in voga un detto per descrivere la poca appropriatezza della mascotte: “Cchiù ca nu cavallo me pare nu ciuccij ‘e Fechella: trentatré piag e ‘a coda fraceta”, questa elezione popolare arrivò fino ai giornali e così il simbolo del Napoli passò dal cavallo bianco al ciuccio per buona pace di Ascarelli che dopo essersi imposto ai vertici della Figc puntava a costruire uno stadio immenso per accogliere il suo squadrone. Nell’agosto del 1929 iniziarono i lavori dello “Stadio Vesuvio” che nel giro di 4 anni cambiò tre nomi: “Il Vesuvio” alla fondazione, “Giorgio Ascarelli” nel 1930 dedicato a furor di popolo al presidente da poco deceduto e “Stadio Partenopeo” a partire dal 1934. Dicitura che durerà fino al 1942 quando cadrà distrutto sotto le bombe dei tedeschi, quando dei 40mila posti non restò altro che cenere. Ascarelli non si dedicava solo al calcio però perché era un uomo di grandissima cultura e sovente si vedeva nelle mostre d’arte di tutta Italia, Napoli deve a lui anche la fondazione del Real Circolo Canottieri Italia di Santa Lucia e la fiorente industrializzazione della città negli anni ’20 perché da grande manager qual era riuscì a portare la sua società manifatturiera ad altissimo livello e a renderla un’azienda di carattere internazionale. Studiò la storia dell’arte ed imparò a dipingere da autodidatta, era membro della Loggia Massonica “Losanna” di rito scozzese. A lui si deve il Rinascimento ebraico italiano che durò fino al 1938 quando le Leggi Razziali promulgate dal governo di Benito Mussolini tapparono le ali ad uno dei più fiorenti movimenti culturali europei. Napoli deve molto ad un uomo dalle grandi capacità e dalla grande cultura. Napoli deve molto ad un uomo che ha dato tutto per un ideale, quello di vedere la squadra della propria città sovrastare incontrastata le grandi potenze del Nord. Lui ha vissuto troppo poco per avere soddisfazioni, l’unico mantra da seguire è quindi quello di onorare al meglio il pensiero del primo grande rivoluzionario del calcio europeo. Grazie Giorgio perchè chi ama non dimentica.
Serie A Enilive 2024-2025
VS | ||
Torino | Napoli |
Editore: TC&C SRL - Testata giornalistica
aut. Tribunale Napoli n. 4 del 12/02/2020
Iscritto al Registro Operatori
di Comunicazione al n. 18246
Direttore editoriale: Antonio Gaito
Direttore responsabile: Francesco Molaro